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PORTO CESAREO - CASE VACANZA COPERTINO PORTO CESAREO

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PORTO CESAREO

PORTO CESAREO
Porto Cesareo, incastonato come una perla nel SALENTO, è situata sul mar Jonio tra Gallipoli e Taranto. Conosciuta fin dai tempi dei romani, è una delle località più attraenti del Salento. Le spiagge di sabbia bianchissime estese per oltre 18 km e le numerose isolette verdeggianti che si specchiano in un mare cristallino ed incontaminato ci riportano alla mente i paradisi esotici. Tra le isole dell'arcipelago, la più nota è l'isola dei Grande ma comunemente chiamata dai cesarini isola dei Conigli, che può essere raggiunta a piedi partendo dal porto o con le imbarcazioni dei pescatori.
Porto Cesareo ( le Maldive del Salento) è pieno di stabilimenti balneari, dista 23 km da Lecce ( la Firenze del Sud), e a pochi chilometri da  Otranto, Gallipoli, Ugento, Porto Selvaggio, Santa Maria di Leuca e Santa Cesarea Terme.
Ai tempi dei romani si chiamava Portus Sasinae (periodo di cui sono stati ritrovati dei reperti tra cui sette colonne monolitiche di marmo cipollino immerse nel mare), quando era un importante scalo portuale per il commercio dei prodotti agricoli delle ricche zone interne. In realtà il luogo era già abitato in epoca preistorica (villaggio in località "Scalo di Furnu") e successivamente nell'età del bronzo da marinai di provenienza greca (ritrovamenti in località "Scalo di Furno" di vari cimeli, tra cui statuette votive, e di un'area dedicata al culto della dea Thana).
Cadde nell'abbandono a causa delle scorrerie dei pirati e dell'impaludamento della zona fino all'arrivo, intorno all'anno mille, di alcuni monaci basiliani che vi costruirono un'abbazia che utilizzarono sino al XV secolo, periodo in cui la località passò di proprietà dagli Orsini del Balzo, principi di Taranto, agli Acquaviva, duchi di Nardò, e si sviluppò come porto per il commercio, soprattutto di olio e grano, con la Sicilia e in seguito anche con le repubbliche marinare. Fu in quel periodo che iniziò la costruzione, a difesa dai nemici provenienti dal mare, della torre di avvistamento "torre Cesarea", inserita nel sistema difensivo delle torri costiere del Regno di Napoli. Dopo un nuovo periodo di decadenza, intorno al XVIII secolo tornò a ripopolarsi stagionalmente grazie all'attività di una tonnara che attirava famiglie di pescatori, soprattutto tarantine; queste occuparono la penisoletta dell'attuale comune, allora possedimento dell'agiata famiglia Muci di Nardò. I Muci acquistarono e detennero il feudo sino agli inizi del XIX secolo, anche dopo l'emanazione delle leggi di eversione della feudalità. Il primo nucleo stanziale si ebbe solo a metà del XIX secolo. Nei decenni successivi il frazionamento e la vendita dei terreni alle famiglie di pescatori permise lo sviluppo del primo impianto urbano. Il centro continuò così a svilupparsi e quando, alla fine del XIX secolo la popolazione venne a contare qualche centinaio di persone, vi si costruì nel 1880 la chiesa intitolata alla Madonna del perpetuo soccorso su iniziativa del vescovo di Nardò, mons. Michele Mautone; egli, durante la visita pastorale, ritenne inadeguata alle esigenze dell'accresciuta popolazione la cappella che vi è accanto, fondata dai Basiliani e costruita fra il 1639 e 1640, intitolata a Santa Cesarea.
Negli anni 1930, anche grazie alla bonifica del Tavoliere di Lecce, il centro crebbe di importanza non solo come porto peschereccio ma anche come località turistico-balneare.
La spiaggia di Punta Prosciutto
Nel 1975 Porto Cesareo divenne un comune autonomo separandosi da Nardò. Dal 1997 il comune è sede di una area marina protetta, per la tutela della biodiversità ancora presente negli ambienti marini. L'area è localizzata tra Punta Prosciutto e la frazione di Nardò Torre Inserraglio, estendendosi fino a sette miglia dalla costa. Nel 2006 fu istituita anche la riserva naturale regionale "Palude del Conte e Duna Costiera" di circa 900 ettari, un'area caratterizzata da una vasta depressione retro-dunale con vegetazione igrofila e alofila. A Porto Cesareo hanno sede anche la stazione di biologia marina e il museo talassografico, che contiene una raccolta malacologica, un erbario e rare specie ittiche.

di Wikipedia
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